di Alberto Pasi - 13 October 2018

Motociclismo d'Epoca di novembre 2018

La copertina del fascicolo di novembre è dedicata alla Norton Commando MK III. All’interno anche la ​Simplex Ala d'Oro, la Guazzoni Matta e la BMW K1. E ancora: lo sport, il ricordo di Silvio Grassetti, il museo Suzuki in Giappone... e molto altro

In copertina, l’ultima versione della Commando, la MK III, prodotta a metà degli anni Settanta dalla Norton. Dotata dell’ultima evoluzione del bicilindrico 850 cc con la novità dell’avviamento elettrico, è meno “cattiva” delle precedenti versioni, specie di 750 cc, ma guadagna sensibilmente in affidabilità. E’ inoltre perfezionata in molti particolari, incluso il famoso sistema Isolastic che assorbe le vibrazioni, e presenta freni a disco su entrambe le ruote. A questa affascinante moto abbiamo dedicato una dettagliata Guida all’acquisto, valutando pregi e difetti, valore e situazione ricambi.

Sempre in tema di grosse cilindrate e facendo un salto temporale indietro di quasi 40 anni, Motociclismo d’Epoca presenta una 500 cc costruita a Torino negli anni Trenta. Si tratta della monocilindrica con cambio in blocco Simplex Ala d’Oro, costruita dal 1934 al 1940 in soli 147 esemplari. Affascinante e di qualità, è stata la moto usata agli esordi dal futuro campione Enrico Lorenzetti.

Risalendo invece agli anni più vicini a noi, ripercorriamo la storia e lo sviluppo di uno dei 50 cc più desiderati dai giovani negli anni Sessanta, ovvero la Guazzoni Matta. In produzione dal 1965, montava un due tempi a disco rotante da 6 CV alla ruota che consentiva, grazie anche al peso “piuma”, di toccare i 100 km/h. Un esempio di “motorino” di massima raffinatezza tecnica che, prima di tutti gli altri rivali italiani, introdusse la testata con alettatura a ventaglio e il cambio a sei marce.

Chiude la sezione dedicata alle moto di produzione una maxi assai discussa. Trenta anni fa nasceva infatti la K1, la prima BMW super sportiva di nuova generazione e la prima dotata di distribuzione con 4 valvole per cilindro. Di tecnica molto raffinata (tra gli optional c’era pure l’ABS!) era stata lungamente studiata in galleria del vento tanto da avere un Cx da record, proponendo un design che sacrificava la bellezza per esaltare la funzionalità. Pesante, poco maneggevole e con una potenza volutamente limitata a 100 CV, la K1 non ebbe successo, pressoché ignorata dall’abituale clientela BMW e scartata a priori dagli appassionati delle super sportive giapponesi.

La parte sportiva della rivista si apre con l’analisi storica e tecnica della Bultaco TSS 125 e 250, monocilindrica a due tempi che negli anni Sessanta veniva considerata una delle migliori (e meno costose) moto per i piloti privati. Tutte le versioni prodotte, sia con raffreddamento ad aria che ad acqua. A seguire la ben poco nota storia della prima Gilera iscritta alla Parigi-Dakar nell’ormai lontano 1988. Una partecipazione nata e sviluppata in Francia e che ha avuto il pieno sostegno della Casa di Arcore che in pochissimo tempo realizzò due moto di 125 cc derivate dalla R1. Dai protagonisti di allora il racconto di come andò.

Non poteva poi mancare un doveroso omaggio a Silvio Grassetti, scomparso lo scorso settembre. Nella sua lunga carriera ha corso con Benelli, Bianchi, Moto Morini, MV Agusta, Jawa ed MZ, sempre da gran protagonista in Italia come nel Mondiale.
Infine siamo andati al Museo della Suzuki in Giappone che offre tante sorprese, non solo motociclistiche.

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