La storia dell'Aprilia 250 GP

Nel 1985 l’Aprilia esordisce nel Motomondiale nella categoria 250. Una scelta coraggiosa condivisa tra un team manager caparbio e capace (Michele Verrini), un imprenditore visionario (Ivano Beggio) e un pilota determinato a sconfiggere la sfortuna (Loris Reggiani). Questa è la storia della Gran Premio che ha dato il via ai 38 titoli mondiali della Casa veneta nella MotoGP

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Aprilia 250 GP

La prima Aprilia da Gran Premio nasce alla fine del 1984 per l’intraprendenza, o meglio dire, la lucida follia di tre personaggi. Uno è Michele Verrini, giornalista, tester di Motociclismo, nel team di Minarelli e Garelli oltre ad essere l’organizzatore del Trofeo Aspes Yuma, una delle palestre monomarca che hanno generato grandi piloti della Velocità. Il suo sogno è fondare un team per correre il Motomondiale della 250.

Il secondo è Loris Reggiani: classe 1959, vincitore del Trofeo Aspes nel 1979 e già sul gradino più alto del podio dei GP con la Minarelli 125, oltre a varie esperienze nella 250 e nella 500.

Il terzo è Ivano Beggio. Il gran patron di Aprilia ha una vera passione per il fuoristrada, ma sa molto bene che le competizioni della MotoGP sono un veicolo pubblicitario notevolissimo tra i ragazzi. Ed è ai sedicenni che hanno nel cuore una sportivissima due tempi che ci si rivolge in quegli anni dove esplode il boom delle 125 stradali.

Verrini incontra Beggio nel novembre del 1984: nel contratto chiede due motori Rotax bicilindrici in tandem (l’Aprilia è da anni cliente del Marchio austriaco) e un contributo per costruire due moto. Beggio valuterà il costo di una stagione di gare nella cifra di 350 milioni di lire, investimento in assoluto impegnativo per Aprilia, ma l’imprenditore veneto voleva assolutamente correre nella Velocità, trionfare anche in questa categoria.

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Aprilia 250 GP

In Aprilia si occupano del telaio costruendo un doppio trave laterale in lega leggera con elementi scatolati basato sulle quote della moto del pilota di Forlì. Il motore Rotax, con i cilindri in “tandem” ovvero uno dietro all’altro ha l’ammissione a dischi rotanti sul lato destro. Dispone di una potenza dichiarata di 75 CV a 12.500 giri, raffreddamento a liquido, alberi motore controrotanti, valvole parzializzatrici RAVE alla luce di scarico messe a punto dall’Aprilia, cilindri con cinque travasi e derivati dai motori da kart, pistoni con un solo segmento che avevano una vita media di 1.000 km, carburatori Dellorto da 36 o 38 mm di diametro secondo la tipologia dei circuiti, frizione a dischi multipli a secco e un rapporto di compressione di 14:1 (attenzione si legge “quattordici a uno”). L’Aprilia 250 pesa solo 90,7 kg. Il motore di Reggiani aveva 3 CV in più rispetto ai Rotax normalmente in vendita.

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Aprilia 250 GP

Il primo podio della Aprilia 250 è il terzo posto nel GP di Jugoslavia del giugno 1985 dietro a Carlos Lavado con la Yamaha e al vincitore Freddie Spencer con la Honda. L’affermazione nel Motomondiale era stata preceduta di pochi giorni dalla vittoria a Monza l’8 giugno nel campionato italiano. Per vedere trionfare un’Aprilia 250 bisognerà pazientare ancora due anni sino a Misano il 30 agosto quando Reggiani vince il GP di San Marino.

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Aprilia 250 GP

In esclusiva per Motociclismo alla fine della stagione 1985 Aprilia mette a disposizione le moto di Reggiani per delle prove in pista a Monza e sul circuito di collaudo della Pirelli a Vizzola Ticino. Ma la vera chicca è la verifica della potenza al banco prova di Motociclismo. L’evento è eccezionale anche perché la moto viene interamente smontata, compreso il motore Rotax, e fotografata nei minimi particolari. Al banco dinamometrico la potenza alla ruota è di 72 CV a 12.500 giri, la velocità massima a Monza di 243 km/h, l’accelerazione sui 400 metri da fermo in 11,079 secondi con velocità di uscita di 200,6 km/h, una prestazione da maximoto stradale di 1.200 cc.

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