Due anni dopo è ufficiale Suzuki a tutti gli effetti e si concentra su 500 e 750. Prima del mondiale però c’è l’appuntamento con la 200 Miglia di Daytona. In Florida splende il sole e Sheene prima delle prove posa sorridente sulla sopraelevata assieme al suo occasionale compagno di squadra Dave Aldana. Poche ore più tardi il pilota inglese percorrerà lo stesso tratto di pista in volo …e senza moto.
Ma andiamo con ordine. Sul banking di Daytona è praticamente impossibile cadere, a meno che non ti esploda un pneumatico come accade a Sheene mentre era lanciato a 280 km/h con la sua TR 750. Quando i soccorritori andarono a raccoglierlo credevano fosse morto. Si ruppe in un colpo solo femore, polso, braccio, sei costole e due vertebre rimediando anche una serie infinita di abrasioni.
Stoicamente, dopo cinque settimane si presenta a Salisburgo cercando di convincere i medici di lasciargli disputare le prove del GP d’Austria. Inutilmente.
Lo riporta a casa Johnny Cecotto, ma lui è deciso a non mollare. Quando si ripresenta in pista finalmente ristabilito si aggiudica due GP (Olanda e Svezia) in modo perentorio. Ad Assen rimonta dopo una brutta partenza, si mette alle costole di Agostini e poi lo infila senza tanti complimenti all’ultima curva. Ad Anderstorp invece vince la gara, stabilendo anche pole e giro più veloce.