13 March 2023

Piaggio Ciao 50: piccolo grande amore

Nato all’alba della contestazione giovanile, figlio di una incredibilmente lungimirante politica commerciale, è subito divenuto l’oggetto del desiderio di tanti (e tantissime) quattordicenni

Il Ciao è una vera icona nel variegato scenario dei ciclomotori a pedali che hanno contribuito in modo determinante alla motorizzazione di massa in Italia. È il novembre 1967 e dopo la grande presentazione alla stampa fatta dalla Piaggio giusto il mese prima, i futuri potenziali utenti possono vedere dal vivo il nuovo ciclomotore al Salone di Milano. Quel suo nomignolo così diretto fa da auspicio all’instaurarsi di un duraturo rapporto di amicizia. E non è un caso... che nelle prime pagine del libretto di uso e manutenzione si legge: “Ed ora permetta di salutarla come si salutano gli amici: CIAO!” Cinquantacinque anni fa nasceva dunque un vero fenomeno tecnico e commerciale, un modello capace di mettere in ginocchio la concorrenza non per un anno, ma per decenni!

Parola d’ordine: semplicità

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Disarmante è la sua semplicità che si declina immutata in ben sei versioni (tre allestimenti per due misure di cerchi, da 17 e 19 pollici) che si sviluppano dal modello base N1 con forcella rigida e freno anteriore a pattino di bicicletta e dal meglio molleggiato e frenato E1, equipaggiato di forcella elastica e freno anteriore a tamburo. Quest’ultimo viene proposto anche nella versione V1 con trasmissione dotata di variatore di velocità idoneo per strade in pianura e “collinari”. La sintesi di tutto questo la si ritrova nella dicitura principale del Brevetto per Modello Industriale 121870 del 12 dicembre 1967 della Piaggio & C. S.p.A. con sede a Genova che testualmente recita: “Ciclomotore con motore e trasmissioni inclusi nel telaio”. Brevetto a cui seguirà l’omologazione IGM5321 OM del 7 settembre 1967, sul quale si trovano indicate le sigle con cui riconoscere i vari modelli essendo stampigliate sul telaio prima del numero di quest’ultimo. Abbiamo così il prefisso C7 (Ciao ruote da 17”) o C9 (ruote da 19”) e i suffissi T o V (Trasmissione Automatica o Variatore).

Monocilindrico orizzontale

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Rubinetto a leva con tre posizioni (C-A-R) tranne i primi modelli dove era a rotellina senza riserva. La scritta Ciao è inizialmente in corsivo, poi, dai primi anni Settanta ha un carattere più commerciale, mentre dal 1975 compare la scritta Piaggio

Come anticipato, la parola magica è “semplicità” e anche la meccanica, per la prima volta quasi totalmente nascosta alla vista, ne fa fede. Il Ciao è equipaggiato con un moderno monocilindrico orizzontale da 49,77 cc (alesaggio per corsa 38,43x43 mm), raffreddato alla testa dall’aria naturale e al cilindro da una ventola montata sul volano ed è alimentato con miscela ad appena il 2% di olio. La genialità del progettista ha fatto sì che l’ingombro trasversale del motore non superasse i 10,2 cm! Il carburatore è un semplicissimo Dell’Orto SHA 12/10 (che poi diverrà 12/12) la cui regolazione consta soltanto in un unico getto e dalle geometrie dei condotti, i più piccoli dei quali devono essere ben puliti per garantire un minimo costante. L’ammissione è poi regolata dalla spalla dell’albero motore. L’avviamento è facilitato dalla presenza del decompressore che si aziona con una comoda levetta al manubrio. Se la messa a punto è ottimale, basta davvero una sola pedalata per avviarlo e questo era graditissimo dall’utenza femminile.

Nella versione monomarcia, la trasmissione è costituita da una frizione automatica calettata sul lato sinistro dell’albero motore che dispone di due serie di massette centrifughe (una coppia per l’avviamento ed una terna per il moto), mentre nella versione con variatore si trovano due pulegge espandibili a coni che garantiscono dei rapporti di trasmissione variabili. È collegata da una robusta cinghia alla puleggia semplice imbullonata sul mozzo riduttore posteriore. La silenziosità di marcia è affidata ad una marmitta in un solo pezzo fissata al collettore e ad una sola vite sul telaio che nel corso degli anni vedrà cambiare la sigla IGM di omologazione, cosa da tener ben presente nel caso di acquisto o anche restauro. Lo spegnimento del motore si realizza agendo sul decompressore… in pratica si finisce da dove si era cominciato!

Telaio: pochi pezzi in lamiera stampata

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Le parti di carrozzeria in lamiera stampata appena verniciate del Ciao danno l’idea della estrema semplicità del progetto. Il Ciao è uscito di scena nel 2006 dopo aver superato i 3,5 milioni di esemplari costruiti

E se i progettisti si erano rivelati eccelsi nel disegnare il motore, niente di meno hanno realizzato i telaisti. Pochi pezzi di lamiera stampata con il minimo di saldature e si ha così uno scheletro portante comprensivo di cannotto, serbatoio, supporti laterali motore e marmitta, attacco ruota posteriore e semi parafango posteriore, garantista di una più che adeguata rigidità strutturale. Pochi altri pezzi - sempre in lamiera - e il vestito è completo, impreziosito poi da colori brillanti e di moda, come verde mela, rosa shocking, giallo arancio, solo per citarne alcuni. Il comfort di guida, peraltro di buon livello, viene assicurato dalla sospensione anteriore elastica (diventata comune su tutta la produzione) e dalla sella molleggiata provvista di singola molla sotto la seduta (nei modelli “base”) e con sospensione dedicata nei modelli Super Confort (SC) introdotti a partire dal 1971. Sella e manubrio sono regolabili così da poter accogliere “piloti” di ogni statura. Le minime vibrazioni trasmesse dal motore e dalla trasmissione e un sistema di scarico ben insonorizzante completano il quadro. Il gancio collocato sul cannotto di sterzo sembra fatto apposta per consentire di appendere le borse alla moda delle ragazze o, più semplicemente, il sacchetto della spesa. E se si vuole esagerare nei trasporti sono disponibili apposite borse laterali ed un portapacchi anteriore (oggi raro da trovare) da affiancare a quello “di serie” dietro la sella.

Una campagna pubblicitaria mai vista prima

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Pur nella sua estrema semplicità il Ciao si distingue da ogni altro ciclomotore a pedali dell’epoca e i numeri di produzione elevatissimi consentiranno alla Piaggio di tenere bassi i prezzi di acquisto senza far venire meno il guadagno. Il tutto sostenuto da una straordinaria campagna pubblicitaria come mai si era vista prima, specie quanto a contenuti. Era facilmente intuibile che la validità di questo progetto avrebbe portato volumi di produzione molto elevati, supportati anche da una continua ed attenta evoluzione del ciclomotore. Piccole e sapienti modifiche hanno sempre mantenuto fresco il prodotto senza stravolgere il concetto di base.

La produzione iniziò nel mese di giugno 1967 con il numero di telaio *101* per il modello C9N1T e *102* per il modello C7E1T. Resta un piccolo mistero il fatto che nei registri “Dati Matricolari” siano invece classificati a partire dal telaio 1001: forse un errore di scrittura oppure di ricerca o di trascrizione, con computer e database ancora di là a venire… Oltre alle sigle “burocratiche” che precedono il numero di telaio e che sono stampigliate sul telaio stesso, i vari modelli succedutesi nel tempo hanno anche denominazioni più commerciali che tra gli appassionati identificano dei ben precisi modelli. Si hanno dunque Ciao (1967/1970), R (1970/1972), Arcobaleno (1972/1974), Erre 2 (1974/1981), Special (1969/1970), Lusso (1970/1972), Super Confort (1971/1972), Super Confort Arcobaleno (1972/1974), Super Confort Erre 2 (1974/1984), P-PV-PX-PXV (1979-1987) e Ecology System (1986/1987), FL (1988/1993), FL2 (1993), FL3 (1994/1996), Mix (1996/2000), Kat Euro 1 e Euro 2 (2000/2006) senza dimenticare anche i modelli per gli USA con batteria, frecce e fanaloni.

Cosa controllare prima dell’acquisto

A chi si accingesse all’acquisto è doveroso ricordare di verificare la perfetta rispondenza tra il numero di telaio ed il certificato di circolazione (librettino), documento che ha subito, nel tempo, un’evoluzione, partendo dai primi tipi a paginette con la copertina grigia (vere reliquie), al semplicissimo fogliettino singolo bianco, sino al più completo foglietto verde ripiegato sul quale compaiono molti più dati tecnici rispetto a quelli indicati in precedenza.

Consigliabile accertarsi che il Ciao che si interessa acquistare sia il più completo possibile e non modificato, pena costi aggiuntivi importanti di ripristino e perdita dell’originalità. Si raccomanda quindi di controllare anche il numero di motore (sui siti specializzati in Ciao ci sono chiare tabelle di corrispondenza), la marmitta con la sua omologazione IGM/DGM corretta, i fari ed i cerchi. La situazione ricambi è ottima ed è divisa in due mondi: ricambi nuovi (originali o riprodotti) ed… usati. L’appassionato che si appresterà all’eventuale restauro non potrà fare a meno di entrare in contatto con altri appassionati coi quali fare dei veri e propri simpaticissimi baratti/acquisti.

Pregi

• Affidabilità

• Motore

• Bassi consumi

• Impianto elettrico

• Manutenzione ridotta

• Confort

Difetti

• Scarse doti di arrampicatore per i modelli monomarcia

• Minor fludità di accelerazione per i modelli con variatore

• Instabilità sullo sconnesso

Evoluzione della specie

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1967-1987, escluse le versioni per l’estero, moped, con ruote da 16”, con cerchi in lega, miscelatore o kat.

Ciao, 1967-1970

C7N1: ruote da 17”, forcella rigida, freno ant a pattino.

C7E1: ruote da 17”, forcella elastica, freno ant a tamburo.

C7V1: ruote da 17”, forcella elastica, freno ant a tamburo, variatore,.

C9N1: ruote da 19”, forcella rigida, freno ant a pattino.

C9E1: ruote da 19”, forcella elastica, freno ant a tamburo.

C9V1: ruote da 19”, forcella elastica, freno ant a tamburo, variatore.

Scritta Piaggio sui coperchi trasmissione, manopole grigie, faro tondo grigio, sella con rivestimento di plastica rigida. Nel corso della produzione viene montato il rubinetto con la riserva e, solo per E1 e V1, il gommino sul parafango ant per la guaina del freno. L’ultimo Ciao prodotto con faro tondo porta il n° di telaio 236.283. Targhette Ciao in corsivo (blu se con ruote da 17”, rosso se da 19”).

Ciao Special, 1969-1970

C7E1-C7V1: bloccasterzo di serie, profilo in inox sul serbatoio, sella imbottita, gomme con fascia bianca, marmitta cromata, manubrio a V con logo esagonale Piaggio, faro ant rettangolare, coperchi trasmissione e tappo miscela in colore avorio, manopole e scatola attrezzi neri, scritta S sotto il fanalino post.

Ciao Lusso, 1970-1972

C7E1-C7V1: come Special, ma con parafanghi cromati, paraspruzzi ant, manubrio a corna di bue, nuovo faro CEV nero con clacson integrato, predisposizione per il tachimetro, manopole, tappo miscela e coperchi trasmissione in nero, commutatore fari alla manopola del gas, leva decompressore più corta. Dal telaio n. 2.034.980 parafanghi verniciati.

Ciao R, 1970-1972

C7N1-C9N1

C7E1-C7V1-C9V1: sono privi di bloccasterzo e profilo inox sul serbatoio, faro rettangolare grigio montato appena più in alto, monopole di nuovo grigie, pulsante clacson alla manopola del gas, parafango ant più corto con bacchette avvitate alla sospensione, coperchi trasmissione grigi come prima serie, a richiesta - dal telaio n° 1.181.290 - in colore avorio abbinate al faro anteriore. Nel corso della produzione viene tolto lo stemma esagonale dal manubrio, è accorciata la leva del decompressore, nuovi cerchi a canale liscio (il posteriore a 32 fori). Il modello N1 disponibile solo con ruote da 17” è dotato di freno anteriore a tamburo al posto dei pattini.

Ciao Super Confort, 1971-1972

C7E1-C7V1: come il Lusso, ma con sella montata su un supporto elastico, con parafanghi verniciati e gomme nere. Inizialmente gruppo ottico anteriore CEV, poi SIEM.

Ciao Arcobaleno, 1972-1974

C7N1-C7E1- C7V1: fiancatine, faro e tappo miscela in grigio chiaro. Cambia il logo Ciao, gancio portaborse. Cerchio anteriore da 28 fori, posteriore da 36.

Ciao Super Confort Arcobaleno, 1972-1974

C7E1-C7V1: come Arcobaleno, ma con tappo grigio scuro sul coperchio molla sotto la sella. Inserto inox sul serbatoio.

Ciao ERRE 2, 1974-1981

C7N-E-V: nuovo faro ant predisposto per il tachimetro come Super Confort Arcobaleno, ma in grigio metallizzato. Dal 1978 la scritta Ciao è spostata sui coperchi trasmissione. Manopole nere, manubrio a U. Eliminati i tiranti ai parafanghi, parafango ant più corto e con paraspruzzi, leve al manubrio con sfera, bobina fissata sul telaio lato catena.

Ciao ERRE 2 Super Confort, 1974-1984

C7E-V: come ERRE 2, ma con supporto sella elastico.

Ciao P-PV-PX-PXV, 1979-1987

C7E-V: braccetti sospensione anteriore più lunghi, nuove manopole, leve nere in plastica, nuova marmitta, restyling per il faro, pedana, fiancatine, portapacchi e fanalino, tutti in plastica grigia, sella liscia con nervature longitudinali, pedali di gomma nera con stemma Piaggio. Dal 1986 alla gamma si aggiungono i Ciao serie Ecology System. Ciao P sella rigida, PV sella rigida e variatore, PX supporto sella elastico, PXV sella elastica e variatore. PX e PXV hanno il bloccasterzo.

Caratteristiche tecniche (N1, E1 e V1)

Motore: monocilindrico orizzontale a due tempi con ammissione regolata dall’albero motore, raffreddamento ad aria forzata mediante ventola, distribuzione a luci incrociate e pistone a testa piatta, alesaggio per corsa 38,4x43 mm, cilindrata 49,77 cc, rapporto di compressione 8:1. Potenza max 1,41 CV a 4.500 giri.

Lubrificazione: miscela al 2% per il motore. Olio SAE 90 per il mozzo posteriore, quantità 60 gr.

Alimentazione: carburatore Dell’Orto SHA 12/10 con filtro d’aria a reticella metallica e depuratore-polmone di silenziamento in plastica, diametro diffusore 10 mm, getto max 43/100. Capacità serbatoio 2,8 litri compresa la riserva.

Accensione: a volano magnete 6V-18÷20W calettato a sinistra dell’albero motore con bobina AT esterna, anticipo fisso 20°, distanza tra i contatti 0,4 mm, candela grado termico 225 vecchia scala Bosch (5 nuova scala), distanza tra gli elettrodi 0,5 mm.

Trasmissioni: primaria con cinghia trapezoidale in gomma e pulegge fisse per la versione monomarcia, rapporto 1,99; con cinghia pulegge espansibili e variatore automatico per la versione con cambio. Secondaria con riduttore a ingranaggi incorporato nel mozzo, rapporti 11/74 per il monomarcia con ruote da 17” e 10,75 con ruote da 19”; 12,5 per la versione con variatore e ruote da 17”, 13,884 con ruote da 19”. Rapporti totali di trasmissione: 13,387 monomarcia con ruote da 17” e 14,925 con ruote da 19”; 12,5÷18,75 per la versione con variatore e ruote da 17”, 13,88÷20,83 con ruote da 19”.

Frizione: automatica centrifuga a secco.

Cambio: monomarcia o con variatore di rapporto.

Telaio: in lamiera stampata.

Sospensioni: anteriore a forcella rigida o elastica mediante levette oscillanti inferiori agenti su molle elicoidali; posteriore assente.

Freni: versione a forcella rigida anteriore a pattino tipo bicicletta, dimensioni dei pattini 37x11 mm; altre versioni, anteriore a tamburo da 90x18 mm. Posteriore a tamburo da 136x12 mm.

Ruote: a raggi con cerchi in acciaio, 1.20-17” o 1.20-19”; pneumatici 2.00-17 o 2.00-19 anteriore e posteriore. Pressione di gonfiaggio 1,4 bar anteriore, 2,5 bar posteriore.

Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza max 1.570 con ruote da 17”, 1.615 con ruote da 19”, larghezza manubrio 630, altezza max manubrio 995, 1.040 con ruote da 19”, larghezza manubrio 630, interasse 1.000, altezza sella regolabile da 750 a 790 o da 770 a 820 con ruote da 19”. Peso a vuoto da 33,5 a 37,5 kg a seconda delle versioni.

Prestazioni: velocità max 40 km/h. Consumo 1,4 litri per 100 km, autonomia 200 km. Pendenza massima superabile 10% per il monomarcia, 15% per la versione con variatore.

Manutenzione ordinaria

Ogni 4.000 km: pulire filtro dell’aria con benzina, pulizia del tubo di scarico, disincrostazione pistone, testa, luci cilindro, pulizia e disincrostazione della candela e verifica distanza elettrodi.

Ogni 8.000 km: ingrassaggio sospensione anteriore, verifica e ripristino olio nel mozzo posteriore, pulizia puntine platinate del ruttore e registrazione apertura max, ingrassare i cavi dei comandi.

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