Quell’anno sono due gli slogan della manifestazione, che strizza l’occhio all’ ecologia - “Discovering a new relationship: people, cars and the Earth as One” e “Environmental and Human Friendly”, ovvero “Alla scoperta di una nuova relazione: le persone, le auto e la Terra come una cosa sola” e “Rispetto per uomo e ambiente” - anticipando i temi del Summit della Terra, organizzato dall’ONU e in programma a Rio de Janerio nel 1992. La Yamaha ritorna quindi sul progetto Morpho con una nuova versione che riprende i concetti della “Concept-bike” di due anni prima, estremizzati grazie al massiccio intervento - per quei tempi - dell’elettronica adeguandoli alla nuova visione ecologica ed “amichevole” dei mezzi di trasporto che contraddistingue la manifestazione. Anche la Morpho II (in foto qui sotto) mantiene la capacità di variare l’assetto e la posizione in sella in funzione del tipo di guida, turistica o sportiva, adottata. Ma il tutto è gestito da una centralina elettronica che memorizza gli assetti utilizzati (sia quello delle sospensioni che quello delle appendici aerodinamiche come il vetro del cupolino) e li attiva quando si inserisce nel cruscotto una carta magnetica, che sostituisce la tradizionale chiave di accensione, utilizzando un complesso sistema elettro-idraulico. La strumentazione è sdoppiata, una parte nella posizione tradizionale e una parte sul serbatoio. Un monitor a cristalli liquidi informa il pilota del check in corso prima dell’avviamento e fornisce tutte le informazioni utili: tipo di assetto di guida impostato, velocità, regime di rotazione, potenza disponibile, consumi. Le sospensioni, in questo caso entrambe monobraccio, sono controllate elettronicamente da un sistema chiamato CES (acronimo di Computerized Electronic Suspension) sviluppato dalla Yamaha in collaborazione con la Öhlins, che modifica la loro taratura utilizzando un apposito circuito idraulico in base alle differenti condizioni del fondo stradale e della velocità a cui si procede. Un altro sistema chiamato invece 2WS (Two Wheels Steering) modifica l’angolo di sterzo della ruota posteriore, che si muove leggermente “copiando” l’anteriore ed aumentando la stabilità alle elevate velocità, entrando in funzione autonomamente senza che sia il pilota a richiederlo, ma tenendo invece in considerazione i parametri della frenata gestita dall’ABS. Per limitare le emissioni inquinanti il motore è dotato di iniezione elettronica e marmitta catalitica.